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appariva illanguidito dai patimenti, logorato dall’età. Così i vividi occhi della giovine sposa avevano ora la penetrante malinconia, la dolcezza ineffabile degli occhi bruciati dalle lagrime; il gaio sorriso di un tempo sembrava straziante sulle labbra scolorite; e tutta la dolce immagine aveva un’espressione di durezza nel disfacimento.
Il corpo mezzo piegato in avanti, le braccia penzoloni, lo sguardo intento, Mario fissava il ritratto, e il suo petto si gonfiava, e il suo respiro diventava anelante.
Tutto il passato riviveva dentro di lui, dai primi anni felici al giorno funesto in cui la Cristina era entrata nella casa; dal giorno della morte di Gilda al giorno in cui, diventato feroce nello scatenamento dei sensi, egli aveva ucciso Cristina; dal trionfo delle Assise alla tremenda sconfitta di quella sera.
E l’uragano saliva, saliva.
Finalmente, i singhiozzi eruppero dal suo petto con la violenza di uno