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— Ritorneremo — mormorò Emma, con un sospiro.
— Va bene, le aspetto. Ho una notizia...
— Allora... me la dica subito. Annetta, aspetta un momento...
— Oh!... non posso dirgliela così, signorina Emma! Verrà a trovarmi nella mia casa, laggiù — e additava un carrozzone fermo sull’orlo del fosso, dietro alla giostra delle barche.
— La mia buona Marta sarà contenta di rivederla. Abbiamo parlato spesso di lei in questi tre anni, passati fuori d’Italia. Quante volte io dicevo: Come si sarà fatta grande, la signorina! E Marta subito: E come bella! E in verità, signorina, dal lato della bellezza ha superato le nostre aspettative. Quando Marta la vedrà...
— Dobbiamo andare! — esclamò Annetta, interrompendolo. Poi sottovoce brontolò:
— Com’è noioso questo vecchio!
— A rivederla, signor Gioachino. Saluti la signora Marta. Verrò oggi o domani, appena posso.
— Va bene, signorina Emma, va bene. Riverisco, signorine.
E continuava a guardarle mentre si allontanavano.
Emma si voltava di tratto in tratto; ma poi doveva affrettarsi, quasi trascinata dalla impaziente Annetta.
Vestivano tutte e due in panno scuro, con giac-