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— Povero zio — continuò Fausto — la tabe senile lo fa impazzire anche lui. E triste la morte a quel modo.
La governante continuava a discorrere con don Paolo, mentre lo pettinava.
— Adesso è bello e all’ordine come un giovinotto. Vuole mangiare?
— Sì, ma accanto al fuoco.
Fausto andò a mettersi dietro alla poltrona per farla rotolare vicino al caminetto; mentre Vittorio sosteneva delicatamente le gambe intirizzite dell’infermo.
Quando fu a posto gli collocarono davanti una piccola tavola già apparecchiata, e la cuoca recò la minestra.
— Siamo qui anche noi! — gridò la petulante Amelia con la sua voce argentina, precipitandosi nella camera.
— Oh! cara Amelia! come sei bella! Più bella del solito, che è tutto dire.
Ella era veramente leggiadra nel suo costu-