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scinandosi dietro la Bice Chiari una grassona inerte.

Un momento dopo, come attirati da una forza magnetica, tutti i giovani si trovarono presso di loro. La corte, poco fa silenziosa, fu piena di movimento, di voci gaie, di risate giovanili.

— Che bel giorno, Argìa! — mormorò Fausto Lamberti accostandosi un momento alla fanciulla.

E l’accento con cui egli pronunciò questa semplice frase voleva dir tante cose!

Argìa non rispose; un leggero rossore colorò la trasparente bianchezza del suo viso ideale.

— Un bel giorno, sì! — esclamò un giovanotto magro, piccolo, zoppicante dal piede destro, che aveva sentito le parole di Fausto.

— Un bel giorno! — replicò — Se non lo guastasse la previsione dei brutti giorni, noiosi, che ci preparano i professori!

Lamberti si voltò ridendo.