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scendere nella corte! Non poteva resistere alla voce imperiosa che la chiamava. Eppure, una parte della sua volontà rimaneva libera e tentava di resistere.
Tornò a sedere. No, no! non sarebbe discesa. Ma un’altra chiamata imperiosa risuonò dentro di lei e la scotè tutta.
Doveva obbedire. Lentamente però obbediva.
Il suo petto era oppresso; la sua testa, in fiamme; respirava faticosamente.
Discese al buio: attraversò i corridoi e alcune stanze, senza far rumore, senza inciampare. Andò diritta al verone della sala; aprì la portiera, poi le persiane, adagio adagio, con precauzione, e scese nella corte.
I cancelli erano chiusi; ma lei non voleva uscire.
Il vecchio Fido le si accostò dimenando la coda. Ella gl’intimò di ritirarsi nella sua cuccia.
Camminava lentamente sull’erba umida di