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— Non finga! Non sa fìngere!...
E crollò le spalle maestose con superbo disprezzo.
In due passi fu presso alla giovine addormentata; la scosse rudemente, e appena vide che aveva aperti gli occhi le intimò di seguirlo, con depressa eppure formidabile voce.
Completamente desta dalla violenza della commozione; completamente presente a sè stessa, e conscia della gravità di quel momento, Argìa si alzò pronta a obbedire.
Dopo un istante d’incertezza e di perplessità Vittorio cercò d’intromettersi, sentendo il bisogno di difendere la fanciulla da lui così involontariamente accusata.
Il professore l’arrestò seccamente. Restasse a guardia di Fausto.
— Argìa!... — mormorò l’ammalato sobbalzando.
— Argìa — ripetè più basso, e tornò a smarrirsi nel letargo pesante.