Pagina:Speraz - Il romanzo della morte.pdf/245

Da Wikisource.

— 239 —

— Non finga! Non sa fìngere!...

E crollò le spalle maestose con superbo disprezzo.

In due passi fu presso alla giovine addormentata; la scosse rudemente, e appena vide che aveva aperti gli occhi le intimò di seguirlo, con depressa eppure formidabile voce.

Completamente desta dalla violenza della commozione; completamente presente a sè stessa, e conscia della gravità di quel momento, Argìa si alzò pronta a obbedire.

Dopo un istante d’incertezza e di perplessità Vittorio cercò d’intromettersi, sentendo il bisogno di difendere la fanciulla da lui così involontariamente accusata.

Il professore l’arrestò seccamente. Restasse a guardia di Fausto.

— Argìa!... — mormorò l’ammalato sobbalzando.

— Argìa — ripetè più basso, e tornò a smarrirsi nel letargo pesante.