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tanto per sottrarti alla collera di tuo padre e perchè egli non ti strappasse dal mio capezzale, perchè credevo di morire. No, Argìa. Da lungo tempo combattevano dentro di me l’amore e l’intelligenza contro i pregiudizi e gll’istinti ereditari: da lungo tempo sentivo che dovevo salvarti, te e il tuo bambino; e farti vivere felice, e vivere con te, giacchè senza di te non sapevo vivere.

“Mi mancava la forza di eseguire quello che pensavo a desideravo.

“Ma nella malattia, in quelle eterne ore di angoscia tra la vita e la morte, una voce più chiara, più alta, parlò nell’anima mia. Negli accessi della febbre, allorchè la mia mente era turbata da strane visioni, mi pareva che la morte avesse preso forma accanto al mio letto, e deridendomi mi dicesse: “Muori! Muori, decrepito vecchio! Meriti di morire solo e di essere dimenticato!

“Perciò, Argìa, quando tuo padre ti strappò