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148 | nell’ingranaggio |
«Spero vederla oggi prima di pranzo nel suo salotto, in mezzo a una società brillante quanto distinta.
«Comandi sempre e conti sulla buona volontà del
«Suo affezionatissimo
Servitore |
Era una promessa. Edvige passò nel ricco salotto, col cuore franco e sicuro.
Rientrando, verso le cinque, Giovanni Pianosi trovò una mezza dozzina di broughams e tre o quattro coupés di padronato che stazionavano nel cortile. Gli sovvenne che quello era il giorno di sua moglie, e pensò alla noja di tutte quelle visite.
Se egli se ne fosse ricordato prima, non sarebbe rientrato così presto.
Ora non poteva esimersi dai fare la sua comparsa: potevano averlo visto e a lui non conveniva offendere le convenienze.
Soffocò un sospiro e salì le scale.
Nell’anticamera il domestico gli disse che c’era là tutta Milano, e che lo aspettavano.
Egli s’arrestò un momento davanti all’uscio socchiuso del primo salotto e vide uno spettacolo imponente.
L’espressione iperbolica di cui il domestico si era servito, come un moderno cronista, non gli parve più tanto esagerata.
Si trattava veramente di una dimostrazione! Tutti i suoi amici e conoscenti erano là riuniti.
Sentì qualche cosa nel cuore.