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cosa accada, pensa sempre che puoi contare, finchè io viva, sulla inalterabile amicizia e sull’affetto del

«Tuo
«Giovanni



Ella non ebbe più che un pensiero: vederlo un’ultima volta.

Fra le molte persone che partirono quella sera per Roma, pochi forse notarono una figura femminile, alta e svelta, tutta ravvolta in un ampia pelliccia nera, il viso coperto da un velo di garza nera che s’avvolgeva ripetutamente intorno al collo. Per avere l’aspetto comune di una viaggiatrice si era appesa al braccio una borsetta di pelle, e appena scesa dal brougham era entrata nella immensa stazione e si era affrettata a prender posto presso agli sportelli, dove si cominciava in quel momento la vendita dei biglietti.

Con un’occhiata in giro, ella si assicurò che Giovanni non era là e domandò un biglietto di prima classe, per Melegnano. Poi si diresse verso le sale d’aspetto, entrò in quella destinata alla prima classe e si mise a sedere nell’ombra, ma poco lontano dall’entrata. Vi era poca gente ancora. Una vecchia signora, grassissima quasi impotente, con due giovinette melanconiche; due ufficiali superiori; un signore giovane, elegante, che passeggiava in su e in giù senza guardare nessuno, fermandosi lungamente davanti alle vetrate, come uno che è tormentato dalla impazienza, qualche altra figura seduta nell’ombra. I Pianosi non erano arrivati ancora; ma ad ogni momento arrivavano nuovi viaggiatori. Gilda teneva gli occhi