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nell’ingranaggio 33


L’avvocato Blendano, il giornalista giovinetto che aveva già mandato due telegrammi sulle toilettes e l’illuminazione, terminò di tracciare le ultime righe del discorso che aveva religiosamente stenografato, poi chiuse il suo notes con aria di soddisfazione e andò a presentare il suo più bel complimento.

Anche l’avvocatine Anselmi venne a deporre rispettosamente il suo omaggio di amico; ma per quanto Edvige fosse corazzata, ella non potè a meno d’impallidire, mentre gli domandava dove s’era nascosto fino a quel momento.

E Rachelli?... Dov’era? Non si curava di lei? non le presentava i suoi omaggi?

No. Era invece Adriani che s’inchinava, confessandosi vinto dalla sua eloquenza femminile.

— Avete visto il professor Rachelli? — domandò lei distrattamente e senza dare alcuna importanza a quell’atto di sommessione.

Lo ritrovò più tardi in un altro gruppo, con l’Anselmi, Mistress Thionny, Gilda e la piccola Lea.

Egli diceva qualche cosa di gentile alla bimba, ma i suoi occhi parevano affascinati dall’incantevole figura della istitutrice.

Edvige ne fu doppiamente punta. In quel momento due piroscafi si fermarono davanti alla villa, le bande suonarono e i fuochi pirotecnici solcarono il cielo di razzi corruscanti in mezzo a una ben imitata pioggia di fiori.

La folla degli invitati si buttò verso il parapetto della terrazza e quelli che non arrivarono a prender posto sul davanti scesero in giardino per accostarsi alla riva.

Edvige approfittò del movimento per afferrare il braccio del Professore e condurlo con sè.