Questa pagina è stata trascritta, formattata e riletta. |
— 52 — |
Fu una risata. La contessa a cui si alludeva era una donna di cinquantadue anni, il cui ultimo amante aveva preso moglie. Si parlava a frasi velate, senza far nomi. Ciò nonostante la padrona di casa, stava sempre un pò perplessa, volgendo lunghe e frequenti occhiate verso l’angolo opposto del salotto. E se un imprudente si lasciava sfuggire una frase troppo trasparente, era pronta a chiamarlo all’ordine con un cenno rapido e risoluto.
Nell’angolo opposto stava il crocchio gaio, rumoroso, sempre in moto delle fanciulle: da qui i timori della signora.
Claudina una brunetta secchina, dal naso ricurvo e dalla bocca affondata, riceveva là, sotto la sorveglianza materna, le sue giovani amiche.
Ma se nel crocchio degli adulti discorrevano a frasi velate, Claudina aveva iniziato nel suo una specie di gergo, nel quale raccontava le storielle più difficili, illustrando con qualche gesto o commento le allusioni oscure, i passaggi scabrosi.
L’ultimo visitatore arrivò. Era un omino asciutto sui cinquant’anni, dagli occhietti vivi, dal riso ironico.
— Il dottor Cassinoni! — esclamò Claudina.
Tutti lo chiamarono come uno che si aspetta da lungo tempo.
— Dottore! finalmente si lascia vedere!
— Dottore!... Dottore!...
— Come ha l’aria triste, non pare lei!
Le fanciulle lo circondarono.
— Che notizie della nostra amica?
— Come sta Bianca?...
— Spera di salvarla, vero?...