Pagina:Speraz - Signorine povere.djvu/242

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sediata, non sapendo come difendersi, si ribellò con violenza, colmando il nipote d’ogni vituperio: accusandolo d’insidie immaginarie, facendogli insomma una di quelle scenate di donna vecchia e rabbiosa, contro le quali un gentiluomo non sa come reagire.

La vipera aveva rimesso fuori il capo; altro che amor materno, altro che tenerezze! L’amor materno era per lei ciò che è per molte altre donne: un bel manto nel quale si avvolgeva con compiacenza perchè vi poteva nascondere il suo egoismo. Ambiziosa, avida di dominio, e naturalmente innamorata del suo bel figliuolo come tutte le vecchie che hanno un figlio unico, ella avrebbe voluto clic egli non si sposasse mai ed era pronta a detestare la sua futura nuora. Trattandosi di Antonietta la detestava doppiamente, perchè era povera, perchè era nipote di sua cognata, perchè la sentiva intelligente e senza confronto superiore a lei.

Le insistenze di Paolo prima la sorpresero, poi la inasprirono. Ma taceva per paura di compromettersi con un cattivo ragionamento; ed egli interpretava quel silenzio nel senso più favorevole. Allora, come certi ragazzi spavaldi, ella ebbe paura d’essere caduta in un tranello, e si mise a gridare con quanto fiato aveva. Andò poi da suo fratello e si scagliò contro di lui, contro l’Ersilia, contro Antonietta, chiamando questa l’origine d’ogni suo male; maledicendo il mo-