Pagina:Speraz - Signorine povere.djvu/395

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— Altro che! Anche tutt’i giorni. Dunque, siamo intesi? Io chiamerò tre artisti che s’intendono anche di quadri antichi e li pregherò di fare una stima complessiva in base alla quale stabiliremo i prezzi. Va bene?

— Benissimo. È un modo di procedere molto diverso da quello di Klein — osservò Leonardo.

Maria, Angelica e la signora Elisa, presenti a questo discorso, esternarono la loro approvazione, la loro gioia. La prima ne era lieta per il bene dei suoi parenti; le altre due per la speranza che una parte del denaro sarebbe finita nelle loro mani, e per odio verso i vecchi dipinti e gli altri oggetti della raccolta, alla quale l’Elisa attribuiva tutta la rovina dei Valmeroni. Comoda attribuzione e mirante a sollevarla da ogni responsabilità personale. Antonietta e Riccardo tacevano, commossi e feriti nella loro fierezza. Ad essi riesciva evidente che Paolo voleva aiutarli, beneficarli nel modo più delicato.

— E cosa ne farai di tanti quadri? — domandò Riccardo all’amico, senza poter dominare il leggero fremito della sua voce.

— Cosa ne farò?... Se li compro vuol dire che ho piacere di averli. Che credi?... Non sono i primi che acquisto e non saranno gli ultimi. La mia casa è molto grande: tu l’hai vista una volta. Bene. Siccome non ho intenzione di metter famiglia, voglio popolarla di figure dipinte o scol-