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200 | la dama della regina |
rinfacciandole quasi la nostra ospitalità. È troppo naturale che ella non ci abbia detto nulla di ciò che suo padre le aveva scritto, tanto più che non ne comprendeva l’importanza.
Donna Anna Maria scrollò le spalle.
— Tu sei buono e giustifichi tutto. Ma io ne sono stanca di questa ospite. Non ha cuore per noi: dopo un anno che la trattiamo con ogni riguardo e cordialità, come una parente, ella si mantiene sempre estranea ai nostri affetti e interessi. È orgogliosa e civetta. Il povero Ettore fa compassione. Spero che ora ne guarirà.
Aurelio sorrise.
— Cosa vuoi, cara mamma; a questo mondo bisogna sempre sperare e aver pazienza.
Prima di andare in piazza, egli salì dalle signore Alvisi per salutarle e raccomandare ad Elena di non uscire di casa. La trovò invece bella e pronta per andar fuori.
— Dove andavi?
— A casa tua. A vedere come sta la zia...
— Da mia madre posso accompagnarti io; ma poi resti lì. Il paese è sossopra.
— Non posso prometterti di restar in casa: nè qua, nè da tua madre.
— Perchè, Elena?
— Sai bene. Se tu corri qualche pericolo bisogna che io ti stia vicina. Anche se ti promet-