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(pietas). Così è di tutti i desideri, che possono essere, passioni, in quanto originano da idee inadequate, e sono invece virtù quando sono eccitate o generate da idee adequate. Perchè tutti i desideri, dai quali siamo mossi a far qualche cosa, possono sorgere tanto da idee adequate quanto da idee inadequate. (Et., V, 4, scol.).

La passione procede da una visione mutila e confusa: la ragione dà un’intelligenza: delle cose nella loro totalità. Pertanto ciò che caratterizza la passione è l’unilateralità: noi sacrifichiamo il bene di tutto l’essere nostro al bene d’una parte, il bene del futuro al bene del momento, ecc. (prop. 60). Invece il desiderio in cui si traduce la ragione è una totalità equilibrata, che si estende egualmente a tutto l’uomo ed a tutta la sua vita. La vita razionale unifica ed armonizza l’individuo nell’unità infinita, quindi è l’espressione, nell’individuo, della vita immutabile e concorde del tutto, nella quale non si possono pensare nè opposizione, nè sproporzioni (prop. 61). La passione si immerge nel presente: la ragione invece, che vede le cose sotto l’aspetto eterno, neglige le distinzioni di tempo e tiene conto ugualmente delle cose passate e future come delle presenti (prop. 62).

2) Nelle prop. 63-68 Spinoza mette in rilievo il carattere positivo, ottimistico, eroico, della sua morale di fronte al male. Il progresso verso la perfezione è un progresso nell’attività, nella potenza e perciò nella gioia: esso è quindi un’eliminazione progressiva del male, che per il saggio non deve più esistere. La visione delle cose, per opera della ragione, si trasforma, di grado in grado, nella visione dell’ordine eterno, dove tutto è unità, attività e beatitudine immutabile.

Prop. 63. Chi è guidato dalla paura e fa il bene per evitare il male non è guidato dalla ragione.

Il desiderio razionale mira direttamente all’accrescimento dell’attività, della gioia, del bene e non si