Pagina:Spinoza - L'Etica - Paravia, 1928.pdf/50

Da Wikisource.

— 34 —
ne seguirebbe con ciò alcuna imperfezione in Dio. Però dire questo è come dire che Dio può mutare i suoi decreti. Poichè se Dio avesse decretato circa la natura e il suo ordine altri­menti di quel che ha fatto, cioè avesse voluto e pensato altro circa la natura, avrebbe avuto necessariamente un altro intel­letto ed un’altra volontà da quelli che ha presentemente. E se è lecito attribuire a Dio un altro intelletto ed un’altra volontà senza alcun mutamento della sua essenza e della sua perfezione, perchè non potrebbe egli mutare i suoi decreti circa le cose create e pur restare egualmente perfetto? Perchè il suo intelletto e la sua volontà circa le cose create e il loro ordine sono sempre nello stesso rapporto con la sua essenza e perfezione nell’un caso e nell’altro. — D’altra parte tutti i filosofi che io conosco s’accordano in ciò che in Dio non v’è intelletto in po­tenza, ma solo in atto: ora poiché il suo intelletto e la sua volontà non si distinguono dalla sua essenza, come tutti parimenti concedono, ne segue che, se Dio avesse avuto un altro intelletto in atto ed un’altra volontà, la sua essenza sarebbe anch’essa stata diversa; e quindi, se le cose fossero state da Dio prodotte altrimenti da quel che sono, il suo intelletto e la sua volontà, cioè la sua essenza, avrebbero dovuto essere altri, il che è assurdo. (Et., I, 33, scol. 2).

4) Il libro 1° finisce con una lunga appendice, nella quale Spinoza si applica a combattere una credenza molto diffusa e contraria alla dottrina sua della neces­sità universale: la dottrina cioè che Dio stesso agisce in vista di fini. Spinoza traccia la genesi di quest’illusione dalla cecità e dall’egoismo degli uomini.

Io ho spiegato così la natura e le proprietà di Dio e cioè come egli esiste necessariamente; che è unico; che è ed agisce per la sola necessità della sua natura; che è causa libera di tutte le cose ed in qual modo; che tutte le cose sono in Dio e da lui dipendono in modo che, senza di lui, non possono nè essere nè essere concepite; ed infine che tutte le cose furono da Dio predeterminate non per libera volontà o per un assoluto arbitrio, ma per la natura assoluta di Dio, cioè per l’infinita sua potenza. Inoltre, dovunque ne ebbi l’occasione, cercai di