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2) Le proposizioni 4-11 hanno per oggetto di stabilire quali sono gli atteggiamenti fondamentali della passione, che sono il desiderio (cupiditas), il piacere, il dolore.

Prop. 6. Ogni cosa, per quanto da essa dipende, si sforza di perseverare nell’essere suo.

Prop. 7. Lo sforzo, per cui ogni cosa si sforza di perseverare nell’essere suo, non è se non l’essenza attuale della cosa stessa.

Prop. 8. Lo sforzo, per cui ogni cosa si sforza di perseverare nell’essere suo, non involge alcun tempo finito, ma un tempo indefinito.

Prop. 9. La mente, sia in quanto ha idee chiare e distinte, sia in quanto ha idee confuse, si sforza di perseverare nell’essere suo secondo una durata indefinita ed ha coscienza di questo suo sforzo.

Prop. 11. Quando una cosa accresce o diminuisce, favorisce o impedisce la potenza d’agire del nostro corpo, l’idea della stessa cosa accresce o diminuisce, favorisce o impedisce la potenza di pensare della nostra mente.

Prop. 53. Quando la mente considera sè e la sua potenza d’agire, gioisce: e tanto più quanto più distintamente immagina sè e la sua potenza di agire.

Prop. 54. Quando la mente immagina la sua impotenza, ne è contristato.

La realtà, sia come estensione, sia come pensiero, non è un essere morto, mosso meccanicamente dall’esterno: è nell’intimo suo attività, vita, sforzo. Più volte Spinoza avverte che le idee non devono essere pensate come immagini inerti, quali le pitture d’un quadro, ma come atti d’una sostanza vivente. Anche in Dio l’essenza e la potenza coincidono: e la potenza non è potenza astratta, ma potenza attiva, attività infinita ed eterna. Così ogni modo eterno è un’affermazione vivente dell’essere suo: che solo impropriamente potrebbe essere detto un appetitus, un conatus, perchè non è un tendere verso una perfezione superiore, ma solo un per-