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i - rime di diversi 189


IV

Di Malatesta Fiordiano da Rimini.

     Sí dolci sa il mio sol tesser gl’inganni
coi cari, amati e graziosi accenti,
coi risi un tempo, e coi sospir dolenti,
imprimendo nei cor dolcezza e affanni;
     sí son vaghi a mirar, sí presti ai danni,
nel vivo sfavillar dei raggi ardenti,
gli occhi piú ch’altri mai chiari e lucenti,
gli occhi seggio di Amor, dei cor tiranni,
     che, se scioglie le voci o i lumi gira,
con minor danno le parole e i sguardi
spiegano i basalischi e le sirene.
     Morto resta o prigion chi ascolta o mira;
ma de l’altiera Stampa i lacci e i guardi
vita danno al mio mal con mille pene.


V

Di monsignor Torquato Bembo.

     Or ne rendi al Tirreno il corso e l’onde
piú chiare, o famoso Arno, e di fin oro
letto vagheggi, e ’l tuo bel crin d’alloro
con doppio giro altier premi e circonde;
     ora ten vai superbo, or hai tu donde
sen pregi piú de le tue ninfe il coro,
e chi di ricco ed immortal tesoro
pinga le verdi tue fiorite sponde.
     Donna gentil, da’ cui begli occhi move
soave fiamma, che di santo ardore
nostr’alme incende con felice vampa,
     sovra ’l tuo grembo eterne grazie piove,
mentre con puro stil del suo valore
perpetuo segno in mille carte stampa.