Pagina:Stoker - Dracula, Sonzogno, Milano, 1922.djvu/149

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dracula 149


3 ottobre.

Quando giunsi, Renfield giaceva in un mare di sangue. Lo rialzai: aveva parecchie ferite in molte parti. Il viso era orribilmente martoriato, come se avesse battuto la faccia contro il pavimento.

— Si direbbe — disse il guardiano che l’esaminava — che s’è rotto la colonna vertebrale. Guardate: il braccio, la gamba e il viso da tutta la parte destra sono come paralizzati. In qual modo questi due accidenti poterono capitare simultaneamente? Si potè sfigurare la faccia battendo a terra. Potè rompersi la colonna vertebrale cadendo dal letto: ma di questi due accidenti l’uno esclude l’altro.

— Andate a cercare il dottore Van Helsing.

Il professore accorse subito in pantofole e veste da camera.

— Triste accidente! — disse laconico. — Quest’uomo dev’essere vegliato. Vado a vestirmi e ritorno.

Il malato respirava a stento; soffriva certo.

Van Helsing tornò con il suo astuccio.

— Congedate il guardiano — mi disse sottovoce. — Dobbiamo essere soli con quest’uomo quando tornerà in sè, dopo l’operazione.

— Potete continuare il vostro giro, Simons — dissi al guardiano. — Il dottore Van Helsing ed io basteremo.

Osservai, quando fu uscito:

— Le ferite al viso non sono che superficiali: ma c’è frattura del cranio.