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la brina 117

tore del Sùrinam1, al quale dee certo parere una strana novità, che possa pigliar corpo un soffio, vi avrebbe creduti uomini d’altra specie, mostri che gittassero fumo e fiamme. Voi forse, o freddolosi, invidiate agli abitatori del Sùrinam e del Sahara l’estate perenne; io, no di certo; chè se non ci fossero ben altri malanni, non vorrei rinunciare allo spettacolo della brina.

— Davvero? — Almeno l’avrei pensata così ai tanti di dicembre dell’anno di grazia 1871. Che meravigliosa brinata! Una nebbia leggera leggera ingombra l’orizzonte. È una nebbia uguale, soffice, trasparente, quasi una velatura, che non nasconda, ma armonizzi le bellezze di un quadro. La natura ha mutato veste; smesso il verde, ch’è il colore di cui preferisce intessersi il manto, smesse le mille tinte che ne formano il finimento, ha indossato una veste candida, come una vergine assorta nel silenzio della preghiera.

Tutto tace nella campagna. I ruscelli scorrono senza mormorio sotto il ghiaccio, quasi sotto una volta di cristallo smerigliato; i torrenti sono gelati od asciutti; le mandre fumano sdrajate nelle tepide stalle; i cani giacciono accovacciati, in uno stato di dormiveglia; i gatti fan le fusa accosciati in un angolo del focolare; gli uccelli randagi, nunci a noi sempre della primavera che nasce e dell’autunno che muore, simboli de’ falsi amici, intuonano sotto altri cieli le loro canzoni. Solo si vedono di lontano i corvi disegnare una larga macchia nera sulla bianca di stesa de’ campi; e di tratto in tratto, a voli brevi e furtivi, i passeri si slanciano dai comignoli al piano, o lo scricciolo2 dal cespuglio alla macchia. Tutto tace.... ma no.... di chi è questo sibilo, breve, acuto, penetrante come uno spillo, che mi ferisce l’orecchio? Sono il fiorrancino e la cincia codona3, che rompono il silenzio della campagna col loro ingenuo zi-zi. Sono specie diverse; ma s’intendono colla stessa favella, e s’accompagnano nella stessa vita avventurosa. Sono i nostri colibri. Ma i colibrì americani si dilettano del sole, e succhiano i fiori, come le far-

  1. Il Sùrinam è la parte settentrionale della Gujana olandese nell’America equatoriale. Ivi la temperatura minima accertata non è che di circa 21 ° sopra 0; mentre il fiato che prende aspetto di fumo per la rapida condensazione dei vapori prodotta dal freddo, si rende invisibile alla temperatura di circa 13° sopra 0 (del termometro centigrado).
  2. Detto anche re di macchie dai toscani, Troglodites europaeus dagli ornitologi. In lombardo reatin o re de sces.
  3. Il torrancino o arancino e la cincia codona, sono il Regulus ignicadillus e il Parus caudatus degli ornitologi, lo stellin e il pentin dei Lombardi. Nidificano in montagna e passano l’inverno al piano.