Pagina:Stoppani - Il bel paese - 1876.pdf/153

Da Wikisource.

caverna del dàina e le stalattiti 147

della loro vena inventiva, per accertare l’etimologia della nuova caverna che, dal nome dello scopritore e proprietario, signor Angelo Dàina, oste, pizzicagnolo, tabaccajo, e non so quant’altre cose di Rota-fuori, si chiama semplicemente caverna del Dàina.

» Previa una buona colazione in compagnia di allegri amici, a un desco a cui un inglese non avrebbe rifiutato il titolo obbligato di comfortable, accesi i moccoli, infilammo un certo bugigattolo, e giù giù per una specie di rompicollo a scalini, fin dove l’arte cede la mano alla natura, che completa col più bizzarro degli spechi l’edificio della più bizzarra cantina. L’ingresso del naturale sotterraneo è guardato da un esercito di bottiglie, distribuite in file e pelottoni, ad arma carica s’intende, e in atto di presentat’arm. Ma l’esercito si tiene, come dissi, ai confini. Il proprietario ebbe il talento non comune di rispettare e far rispettare il vago ordito della natura, a cui essa attende certamente da molti secoli, e che l’uomo di solito rompe, sciupa in un giorno, senza cavarne partito.

» Ho visto tante caverne con le stalattiti, ma nessuna mai parlando da naturalista, che mi offrisse un aspetto così originale. Parlo della forma singolare delle stalattiti, e specialmente, delle stalagmiti. Richiamatevi alla fantasia le Quarantore, specialmente in campagna, ove il buon villano conta con trionfo le centinaja di ceri ardenti, lieto d’aver vinto alla prova il villaggio vicino. Vi ricordate di quella specie di disordine simmetrico, di quell’effetto bizzarro prodotto da tante candele ritte sui loro candelabri, di tanti moccoli lagrimosi che spuntano in fissi in ogni dove, di quella specie di boscaglia, di alberelli ritti, bianchi, sfrondati? Ebbene, alcun che di somigliante vi presenta lo sfondo di quella caverna. Le stalattiti, per solito veramente coniche, qui sono quasi assolutamente cilindriche. Ma il più singolare è che la stessa forma presero le stalagmiti: le quali presentano altrove quella di una irregolare incrostazione, ondosa, irta di cumuli, di cuniculi, o dove il lavoro è più fortunato, strascichi, panneggiamenti, conche e bacini. Il vedere quelle stalagmiti spiccarsi dal suolo, come le stalattiti pendono dalla vôlta, le une e le altre in forma di bianchi cilindri, la è cosa che fa specie. Non fo che ripetere la similitudine; imaginatevi dico, un bosco di ceri, quali pendenti dalla vôlta, quali nascenti dal suolo a cento a cento, di tutte le lunghezze, di tutte le grossezze, dal candelino al cereo pasquale, modesto e nano però, non raggiungendo nessuno un metro di altezza. Dal più piccolo, in forma di