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loreto e i loretani

che io m’abbia goduto ne’ miei modesti viaggi. Mi trovava a Loreto, credo nel settembre del 1865».

«A Loreto?» interuppe Marietta; «non è la città ove si venera la santa Casa?... Fosti a visitarla? Com’è?».

«Ma tu mi fai perdere il filo del discorso».

«Sicuro», ripigliò con viso un po’ corrucciato la Giannina; «ei deve dirci che cosa si vede quando il sole si leva sul mare».

Ma il desiderio della Marietta prevalse, perchè, a dir vero, piccoli e grandi, bambini e mamme, mostravano come il richiamo di quel celebre Santuario eccitasse la loro curiosità. Mi fu forza quindi spendere qualche parola sulla pia tradizione, la quale ci narra come quella stanzuccia, detta santa Casa, sia veramente la cameretta abitata dalla Vergine Maria, quando le venne annunciato il Divin Verbo; come essa cameretta sia stata miracolosamente trasportata da Nazaret e, previe diverse soste, in varî luoghi, siasi fermata a Loreto, ove la pietà de’ Pontefici, dei Principi e dei popoli la circondarono di tanti splendori, chiudendola entro un magnifico tabernacolo, quasi entro marmorea teca, intorno a cui l’arte della scoltura profuse tutti i suoi mezzi, e su cui si eresse la mole sontuosa di un tempio torreggiante sopra le incantevoli eminenze che si specchiano in mare....

«Io giunsi a Loreto, se non erro, il giorno 7 di settembre, che è la vigilia della natività di Maria.

» Non è la festa più importante che vi si celebri, nè quella perciò che attiri il maggior numero di devoti al Santuario. Ma c’era gente abbastanza, perchè il paese ne brulicasse, e ne fossero dense la Chiesa e le vie principali della città. Erano per lo più uomini e donne del Loretano e delle circostanti provincie, e si distinguevano singolarmente pel numero, pel brio, per la foggia del vestire elegantissimo, gli abitatori della provincia di Macerata.... i più bei tipi di creature umane che io creda esistere al mondo.... Quali bizzarrie di indumenti! I Loretani, vedete controsenso, indossano la camicia sopra le altre vestimenta: per loro è la camicia ciò che è per noi il soprabito, e così incamiciati girano bravamente le vie della città, entrano nelle chiese, con quella stessa gravità, con cui gli antichi Romani indossavano la toga nel fòro e nelle basiliche».

Quì imaginatevi il ridere e i commenti del mio piccolo uditorio. Ci volle un bel pezzo per dar sfogo all’ilarità, tanto che io potessi continuare.

«Le Loretane pare abbiano appreso la loro foggia di vestire