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suonatrici di cembalo 159

popolazioni. Un inglese duro, stecchito, impalato, che parla cogli occhi immobili, coi denti chiusi, ci fa ridere, come vedessimo una caricatura. Perchè?... perchè noi Lombardi parlando, ci moviamo, gesticoliamo, talora anche troppo. Ma gli Inglesi ridono di noi.... cioè non ridono, perchè non possono ridere: ma ci guardano, con quell’occhio che dice: e’ sono matti costoro! udendoci parlar forte e gesticolando come fossimo sulla scena. I nostri fratelli meridionali poi, anche tacendo, parlano cogli occhi, coi gesti: ogni muscolo, ogni fibra di muscolo ha una parola, un concetto, una domanda, una risposta; e se parlano davvero, gridano, urlano. Sono modi diversi di esprimersi. Per dirvi che vi vuol bene, un bambino vi salta al collo, vi strozza, vi soffoca di baci. L’uomo serio vi dice la stessa cosa con una vigorosa stretta di mano; e il vecchio con un sorriso. Hannovi popoli bambini, e popoli adulti, anzi vecchi e troppo vecchi; popoli freddi, tutto calcolo, e popoli bollenti tutto poesia e sentimento. In fatto di religione poi, non so di aver visto mai, benchè di genere diverso, cose più strane a Napoli e in Sicilia, che a Londra, ove a ogni svolto c’è un predicatore, che rivaleggia di voce col Pulcinella, e a Glasgow, ove fui sentenziato a morire di fame perchè era domenica. Certo le sconvenienze ci sono, e si dovrà fare in modo che scompajano; ma adagino adagino, chè non ne soffra il sostanziale; chè non si scemino quella fede e quella pietà, di cui non possono fare a meno, nè il barbaro, nè il civile; nè il popolino, nè le persone di alto bordo; nè l’idiota, nè lo scienziato. Anche il popolo ha bisogno di emozioni, di entusiasmo. Sopprimete le sagre, le feste religiose: dategli delle feste di cui non intenda il significato, in cui non gli si assegni che la parte passiva, la parte fredda e nojosa dello spettatore, che gli dicano soltanto una volta di più che esso non è altro che popolo, popolino, popolaccio: toglietegli quella parte attiva che esso sente, e sa prendere così bene nel culto, nelle feste religiose: mummificatelo, insomma. Esso troverà bene il modo di smummificarsi col vino, coll’acquavite dapprima, col petrolio dappoi. Ma via.... ci sono, ho detto, delle sconvenienze; ma perchè sappiate il valore che io do alla parola, voglio dirvene una, proprio di grosso calibro, che mi toccò di vedere proprio a Loreto».

«Racconta, racconta!....» gridarono in coro i nipoti che del resto non avevano nulla capito.

5. «Uscito di chiesa, mi posi a passeggiare lungo la via prin-