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legno, che io vedevo ammucchiati su quei luridi deschetti? Erano tavolette rozzamente scolpite, e ciascuna figurava un santo, una madonna, una croce, sicchè gli avventori potessero farvi scelta di quelle figure, di quei simboli religiosi, cui preferissero di vedere stampati sulle loro carni».

«Sulle carni? in che modo?» domandarono i fanciulli.

«Ora l’udirete. — Mentre mi teneva ritto a osservare davanti ad uno di quei deschetti, eccoti farsi innanzi una fanciulla, dal viso fresco, dall’aria ingenua e sorridente. Sceglie non so qual simbolo o santo, e abbandona il braccio indifeso a quel brutto ceffo, che teneva il deschetto. Un pittore ci avrebbe subito trovato il soggetto di un quadro piccante: il demone della malizia che adocchia malignamente l’angelo dell’inconsapevolezza. Quel turpe uomo cominciò a tingere di una vernice nera i tratti salienti dell’incisione; poi applicò la tavoletta a quel povero braccio, premendola in guisa, che i tratti dell’incisione vi rimanessero stampati in nero; poi diede principio alla ignominiosa carnificina. Impugnato uno stiletto d’acciajo, colla mano quasi animata da un tremito convulso, cominciò a punzecchiare, a ferire a sangue la poverina, passando e ripassando sui tratti dell’incisione, sicchè tutto quel sudiciume venisse assorbito».

«Ma non sentiva dolore?» saltarono a dire parecchi insieme, mentre gli altri o chiudevano gli occhi, quasi per non vedere, o si raggomitolavano, come per non sentire, o inspiravano l’aria attraverso i denti chiusi, emettendo un lungo sibilo, come sentissero uno spasimo veramente.

«Se non sentiva dolore?... imaginatevi!... storceva la bocca, stralunava gli occhi, crescendo col crescendo dell’operazione; finchè prese il moccichino fra i denti, e lo mordeva, fremendo, colle guancie rosse, cogli occhi gonfi.... ma.... il braccio immobile, come quello di Muzio Scevola.

Ma se sentono dolore», domandò la Giannina, «perchè lo fanno?».

» Chiedilo ai selvaggi dell’Oceania. Un viaggiatore fece la stessa dimanda, che tu mi fai, ad un Nuovo-Zelandese, mentre assisteva alla crudele operazione del tatuaggio, eseguita con una punta di osso, così senza misericordia, che il sangue fluiva abbondantemente. Sapete che cosa gli rispose il selvaggio sorridendo sdegnosamente? Eh! questo non è nulla. Vuoi vedere ciò che fa veramente soffrire E così dicendo, additava sopra se stesso i disegni che adornavano gli angoli degli occhi, le labbra, e sopra-