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i pozzi a gas idrogeno 247

le saline1 di Salsomaggiore rimontino a ducent’anni prima dell’era volgare. Le sorgenti salate, che sgorgano a centinaja in tutte le regioni del globo, avranno certamente servito allo stabilimento delle prime saline, ossia delle prime fabbriche di sale. Adesso l’acqua salata bisogna cercarla a grandi profondità, scavando dei pozzi; e in questo modo appunto si alimenta colà l’industria delle saline, che vi ha preso un bell’incremento. Ebbene, quei pozzi sono altrettanti ho-tsing. Io mi affacciai alla bocca di uno, a cui si attinge l’acqua salata. Un odor acre, puzzolento, insultando alle nari e irritando il polmone, mi avvisò che il gas infiammabile sfuggiva in abbondanza dal pozzo, levandosi in alto, perchè assai più leggiero dell’aria. Ficcando in fondo in fondo gli occhi, fatti lagrimosi dalle acute punture di quel gas, vedevo l’acqua gorgogliare, quasi bollisse lentamente, e sentivo come il rumore d’una caldaja che cominciasse a grillare. Guai se in quel pozzo un imprudente gettasse, per esempio, uno zolfino acceso! Quel gas, mescolandosi coll’aria entro la gola del pozzo, produce quello che i fisici chiamano gas tonante, appunto perchè si accende e scoppia, e tuona, come la polvere da cannone».

«Sono dunque molto pericolosi quei pozzi?» osservò la Camilla.

E come!... Gli operai ne discorrono come di cosa terribile, ricordandosi delle esplosioni e delle vittime, che a volte a volte vennero loro rammentando con che scrupolosi riguardi vada trattato quell’ospite iroso e formidabile.

«Al gas idrogeno si aggiunge un altro ospite di nostra conoscenza. Se i pozzi fossero più chiari, e la vostra vista più lunga, voi vedreste sullo specchio dell’acqua distendersi come un velo gialliccio, ondeggiante, che a lasciarlo fare, diverrebbe denso e nero. È il petrolio, che sgorga colle acque, e galleggia sovr’esse. Se no’l vedete in fondo al pozzo, vi appare peraltro alla superficie delle vasche, ove le trombe versano di continuo l’acqua salata, la quale, purificata dal petrolio in quelle vasche medesime, è condotta poi a svaporare, a furia di fuoco, nelle caldaje. Da queste si estrae finalmente il sale, bello e puro, che si fornisce in qualità considerevole al governo, il quale ne mantiene, come sapete, la privativa. Qui insomma abbiamo in piccolo ciò che la Cina vi presenterebbe in grande. Il missionario Imbert racconta

  1. Le saline o fabbriche di sale sono recinti in riva al mare, o edifici opportunamente disposti in vicinanza delle sorgenti salate o delle miniere di salgemma (sale cristallizzato in seno alle rocce), dove il sale si ottiene mediante l’evaporazione delle acque che lo tengono disciolto.