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il gas infiammabile 273

circa un metro di diametro: come si dipinge il vulcano di Stromboli. Ma più degno di osservazione era il gruppo a tramontana. Primeggiava tra le molte salse una vasta convessità, un cono molto depresso, tronco quasi rasente alla base; e la vasta troncatura era occupata da un lago circolare di finissima belletta, la quale a intervalli quasi inapprezzabili, si sollevava e si rigonfiava nel mezzo dove compariva una grossa bolla, o meglio un gruppo di grosse gallozzole, che rivestite di un velo di fango, rese palpabili un istante, scoppiavano d’un tratto, con un rumore simile a un primo conato di vomito. A ognuno di quei bollori la belletta rigurgitava, riversandosi all’ingiro, e giù colando come quella pegola spessa, descritta da Dante nella bolgia dei barattieri,

Che inviscava la ripa d’ogni parte.


Guai alla mucca, che ingorda di quella broda salata, avesse accostato di troppo la sua mole pesante al baratro traditore!».

«Vi affogherebbe forse?» domandò la Marietta.

«Irremissibilmente! Figuratevi.... Vi sono bene delle vaccherelle che si conducono a pascere le male erbe di quel greto; ma chi le custodisce le tiene ben d’occhio, perchè non si accostino a quella salsa. Una buona donna mi assicurò che parecchie n’erano già perite a quel modo».

«Quelle salse», domandò la Chiara, «bollono davvero?».

Non hai inteso? non è che bollano, poichè l’acqua è fredda affatto. È il gas infiammabile, che nello sprigionarsi, sollevando quel liquido viscido e denso, formando delle bolle che scoppiano, imita il bollore».

9. «Dunque scoppierà il fuoco da quelle bolle? disse Giovannino.

«Perchè s’infiammi, non basta che il gas sia infiammabile: tu sai che ci vuole qualcuno che lo accenda. Ma codesto spasso, se visiterai quelle salse, potrai pigliartelo a buon patto, come me lo pigliai io. Acceso uno zolfino, lo accostavo al punto dove più frequenti vedevo bulicar le gallozzole, e lo tenevo sospeso a fior d’acqua. Pareva veramente che il fuoco svampasse dalle bolle, che ardevano con repentino scoppio. Quando fui presso al laghetto di fango, che vi ho descritto, non mi ci potevo avvicinare quanto bastasse per giungere colla mia miccia al centro, dove il gas si sprigionava in maggior copia. Rinunciare al divertimento, quando doveva farsi più bello? Ohibò! Presi un bel foglio di carta, ne