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uomini, che ricorda in qualche modo gli antichi Ciclopi1, s’è tanto moltiplicata in questi ultimi anni, che ormai non v’è forse una cima nelle Alpi che possa dirsi intatta; se andiamo innanzi di questo passo, l’epiteto d’inaccessibile andrà cancellato, quanto ai monti, dal dizionario.


» Se mi domandate a qual nazione appartengano questi Nembrotti2, vi dirò che non v’ha forse nazione, la quale non ne vanti alcuno; ma credo che vadano distinti sopra tutti, per numero e per valore, gli Svizzeri e gl’Inglesi. Gl’Inglesi hanno sopra gli Svizzeri il vanto dell’entusiasmo, di quell’entusiasmo che s’accende al pensiero della difficoltà e del pericolo. Vedete quell’uomo dai capelli biondi, dal mento raso e liscio come fosse di marmo, dalla pelle bianchissima, silenzioso, serio, stecchito, che interrogato vi risponde con certi monosillabi fra il sibilo ed il rantolo? Quello è un Inglese. Voi lo direste la negazione dell’entusiasmo, della poesia, dell’ardimento. Non è così. Tra noi e lui, tra la nostra poesia e la sua, c’è questa differenza: che noi ci mettiamo in orgasmo per nulla, mentr’egli, per commuoversi ha bisogno di forti stimoli; la nostra poesia è un pochino arcadica, la sua procellosa. Pendere dallo spigolo ghiacciato d’una rupe, sopra un abisso di mille metri, trovarsi a tu per tu colla tempesta, in mezzo all’oceano, le mille miglia lontano da ogni terra; sentirsi preso come una paglia tra montagne di ghiaccio danzanti nell’immensa notte dei poli; ecco le impressioni a cui agogna, come noi desideriamo di assiderci sopra un tappeto d’erbe e di fiori, di cullarci in barchetta sul placido lago, di starci sdrajati al rezzo d’una pianta quando fiammeggia il sole di luglio.

» Perciò appunto gl’Inglesi s’invaghirono tanto delle Alpi e delle salite alpine, che, essendo abituati ad associarsi per ogni menomo intento, istituirono un’apposita società anche per le salite sull’Alpi. Questa società si chiamò Alpiner-club, o Club alpino, che vuol dire associazione per le Alpi. I socî si chiamarono alpinisti, e in mezzo a loro avrebbe dovuto arrossire chiunque

  1. Giganti smisurati, con un sol occhio circolare in fronte, come indica il loro nome che in greco significa occhio rotondo. Essi abitavano i monti, ne passeggiavan le vette, ne cercavano e ne lavoravano i metalli nascosti. Talora erano rappresentati come pastori selvaggi; tal altra come fabbricatori di edifici, composti di grandi macigni, più o meno grezzi, e chiamati tuttora mura ciclòpiche.
  2. Nemrod, discendente di Cham, chiamato dalla Bibbia robusto cacciatore davanti a Dio, passato in proverbio per indicare un uomo robusto, violento, intraprenditore d’audaci imprese.