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SERATA XXIII


I marmi di Carrara1.

Carrara e le sue cave, 1. — Trasporti de’ massi, 2. — Un barbaro spettacolo, 3. — L’antica e la moderna barbarie, 4. — Pregiudizi volgari contro il progresso delle industrie, 5. — Un po’ di statistica dell’industria carrarese, 6. — Un po’ di storia, 7. — Imprevidenza e disastri, 8. — Perizia e abilità dei carraresi, 9.


1. «Giunsi il 14 giugno 1871 a Carrara, la città del marmo per eccellenza.» Da questo marmo, sotto sembianze divine, nacquero così piene di candore e di dolcezza le Grazie, le Ore, la Carità, la Psiche, la Fama e l’Abele che resero sovrani nel regno dell’arte i nomi di Canova, di Finelli, di Bartolini, di Tenerani, di Rauch e di Duprè2. «Carrara è città che credo non pretenda alla fama nè di bella nè di ben situata. Ma, tanto, chi ci arriva non ha tempo di badarci, tutto compreso immediatamante da quel va e vieni di uomini, di buoi, di carri carichi di marmo, e assordato dalla incessante soneria degli scalpelli, dall’aspro stridore delle seghe, da cento rumori diversi; onde la vista e l’udito lo avvertono del pari ch’egli è giunto in una città eminentemente industriale, alla quale si deve chiedere più l’utile che il bello. Il mio sguardo del resto si curò ben poco di fissarsi sulle vie e

  1. L’autore, mettendoci del proprio quanto ritrasse da una gita sui luoghi, si giovò del resto assai di due scritti, edito l’uno ed inedito l’altro. Il primo è il volume eruditissimo del signor Carlo Magenta, che s’intitola L’industria de’ marmi apuani. Firenze, 1871. Il secondo è un manoscritto del proprio fratello Carlo Stoppani, già professore all’istituto Tecnico di Carrara, e s’intitola Osservazioni sui marmi di Carrara. Questo secondo lavoro era compito nel 1868; ma, rimasto inedito per diverse cagioni, fu condannato dal suo autore a rimaner tale per sempre, avendo perduto assai della sua novità e della sua importanza dopo la pubblicazione del Magenta.
  2. Magenta, opera citata, pag. 62.