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mina con quella formidabile del 1302. Sarà stata l’ultima? Io non oserei affermarlo e nemmeno sperarlo. Sei secoli di riposo non sono una garanzia sufficiente».

«Diacine!» esclamò Giannina quasi rimproverando la mia diffidenza.

«Un momento, Giannina. Sai a qual’epoca rimonta l’eruzione che precedette quella del 1302?... Indovinalo un po’.... A circa un mezzo secolo avanti Cristo. Capisci? L’Epomeo d’Ischia fu in grande attività dal 36 al 45 av. Cristo: riposò quindi 13 secoli, finchè ridestossi nel 1302!... Se l’Epomeo, che dorme da 600 anni si avesse a risvegliare da qui ad altri 700 anni; non farebbe nè più nè meno di quanto ha già fatto. Vedi se merita di dare l’aggettivo a quella fase bugiarda in cui si trova esso medesimo attualmente.

» Ora che conoscete, a un dipresso, i costumi di codesti formidabili mostri che si chiamano vulcani, sarete più in grado di apprezzare quanto sto per descrivervi, tornando al nostro Vesuvio. Esso, come vi dissi, compi già molte volte la sua rivoluzione, cioè il giro delle diverse fasi, pigliando le mosse dalla eruzione di Plinio; nè pare voglia stancarsi così presto. Anzi le sue rivoluzioni sembrano farsi sempre più rapide. Dalla vita alla morte, dalla morte alla risurrezione non ci corre per lui che un periodo di pochi anni, di pochi mesi, talora anche di pochi giorni.

» Andando voi a Napoli, nessuno vi potrà dire preventivamente come troverete il Vesuvio. Forse vi darà l’eroico spettacolo di una eruzione; forse vi manderà in pace con una boccata di fumo, od anche con meno. Io, per esempio, non ebbi la fortuna.... (parlo da naturalista, vedete.... come quando i medici, capitandogli un poveraccio straordinariamente martoriato, lo dicono un bel caso....) Voleva dunque dire che io non ebbi la fortuna di incontrarmi in una eruzione».

«Oh ci spiace!» disse Giannina: «così non ce la potrai descrivere».

«Tuttavia vidi il Vesuvio nelle altre fasi, che sono pur belle e posson dirsi tali senza eccezioni».

«Sì», insistè Giannina; «ma un’eruzione!...»

«Che vuoi? Io non poteva dire al Vesuvio: — Da bravo! fammi un po’ vedere come sai vestirti cogli abiti da festa, perchè possa poi narrare a’ miei nipotini le tue prodezze. — Ma via.... non avendo del mio, piglio a prestito l’altrui, e vi dirò qualche cosa della eruzione del 1631, la più terribile forse dopo quella di