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SERATA XXVII


Il Vesuvio nella fase pozzuoliana.

La fase pozzuoliana, 1. — Quattro anni dopo, 2. — Il cono del Vesuvio mutato in colle fiorito, 3. — Emanazioni vulcaniche, 4. — Cristalli per sublimazione, 5. — Il nuovo Vesuvio, 6. — Il cratere invisibile, 7. — Quanto è cambiato! 8. — La terza volta al cratere, 9. — L’apparato del 15 novembre 1868, 10.


1. «Sulla fine della precedente conversazione io vi annunciava che il Vesuvio, quando lo visitai la seconda volta, era entrato nella sua fase pozzuoliana».

«Ed io», disse il Battista, «aveva domandato....»

«Avevi domandato che cos’è questo nome di fase pozzuoliana. Metti che sia un nome di mia invenzione, creato li per lì sul modello di quell’altro di: fase stromboliana, per indicare quel periodo di tranquillità più o meno lungo, in cui entra d’ordinario un vulcano in seguito a una grande eruzione, o negli intervalli delle eruzioni stromboliane. Andando a Napoli, visiterete anche la Solfatara di Pozzuoli. Questa così detta Solfatara è un cratere, anzi un vulcano come il Vesuvio, tanto che ebbe una formidabile eruzione nel 1193. Dopo quel passaggero risveglio, la Solfatara si è addormentata, o piuttosto finge di dormire. Le pareti e il fondo del cratere sono in gran parte ricoperti di robusta vegetazione. Scavate appena due metri sotto le zolle fiorite, e il suolo che scotta vi avviserà ben tosto che voi vi trovate entro la gola di un vulcano. Poi là in un canto vedrete ciò che propriamente i Napoletani chiamano Solfatara, cioè una colonna di vapore che fischia attraverso una spaccatura e ribolle dal seno di un laghetto d’acqua termale. Il solfo, il realgar, i solfati di magnesia e di ammoniaca ed altri minerali prodotti dai vapori