Pagina:Storia degli antichi popoli italiani - Vol. I.djvu/201

Da Wikisource.

CAPO VII. 141

ra1 posta in sulla tortuosa cima d’un alto e ripido monte tra il fiume della Cecina2 e l’Era, che signoreggia tutto il paese intorno fino al mar toscano, aveva di circuito quattro miglia incirca come mostrano gli avanzi delle sue saldissime mina, tuttora decorate d’una ben proporzionata doppia porta di vera costruzione etrusca3. Nè città meno forte per natura ed arte avrebbe potuto resistere sì ostinatamente alle armi di Silla, che per le sue crudelissime vendette diè l’ultima mano alla ruina dell’Etruria. La grande fortuna di Chiusi o Camars in lingua tosca, è sì altamente celebrata da Livio4, che non abbisogna di altre prove: ancorchè nel suo territorio, più che in qualunque altro luogo, si ritrovino tutto giorno abbondanti quei preziosi monumenti di remota antichità, che fan precipuamente conoscere quanto la regal sede di Porsena fosse per l’innanzi ammaestrata e civile. Cortona, sedente in su d’un monte che domina la val di Chiana e il prossimo lago Trasimeno, si ritrova ancora entro al ricinto antico delle sue mura, che fan fondamento alle moderne; e sì per la sua forma bislunga giù pendente sopra il collo del monte, sì per la disposizione interna delle sue vie strette ripide e tortuose, ne dà il vero prospetto d’una delle più vetuste città etrusche edificate pe’ bisogni della vita pub-

  1. Felathri, nelle sue medaglie.
  2. : casato gentilizio in molti monumenti volterrani.
  3. Vedi i monumenti tav. i. vii. viii. ix.
  4. Liv. i. 9.