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CAPO VIII. 179

cordanza delle invasioni di quei barbari nelle nostre terre.  Anzi è credibile assai, che ivi nella Puglia le tribù dei Monadi e dei Dardi vi fossero di sangue illirico, con Apina e Trica loro terre, disfatte secondo la favola da Diomede; ed il cui povero stato passò in proverbio a denotare cose ignobili e vili1. Nè di ciò è lieve indizio, che i Trikalli e Dardi sien anche oggidì due tribù pastorali dell’alta Albania2. E in vero talmente scambievole ha dovuto essere altre volte la frequentazione delle genti tra l’uno e l’altro lido, che l’isola di Sason all’imboccatura dell’Adriatico presso l’Acroceraunia, ed in ogni tempo nido di corsali3, vien chiamata ella stessa calabrese da Lucano4. Ciò non pertanto, benchè gl’Illirici annidatisi nelle mentovate coste vi avessero un tempo la possessione di molti luoghi, a comodo massimamente delle lor piraterie, non bisogna già credere per questo, che dessi sieno stati i popolatori dell’Italia quasi intera, come presumono i troppo zelanti scrittori dalmatini5.

  1. Plin. iii. 11.; Martial. i. ep. 114, xiv, ep. 1.
  2. Pouqueville, Voyage dans la Grèce. T. ii. p. 512. T. iii. p. 30.
  3. Sason, piratica statione nota. Plin. iii. 26. Oggidì chiamata Sazeno. Sul nostro lido eravi pure Sasina portas tra Gallipoli e Taranto. Plin. iii. 11.
  4. Lucan. ii. 627. cf. Paulmier de Grantesmenil, Gr. ant. p. 179
  5. Le opinioni del P. Dolce e dell’Appendini danno un sistema filologico afifatto esagerato sì per la troppa estensione del popolo, come della lingua: ed il concetto loro, che Siculi, Umbri, ed