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LETTORI LI

neur de l’Étrurie antique ou à celui de la Toscane moderne?

Pag. 119, tav. LXXVI. Merita particolare osservazione il vaso di Amasis, αμαζιζ εποιεζεν, posseduto dal Principe di Canino ov’ è raffigurato Ercole col suo fedel compagno Jolao accolti da Euristeo. L’eroe tebano porta il gladio al fianco, e nella sinistra l’arco e gli strali: l’esser egli privo della clava, attributo più consueto di lui sui vasi d’un età intermediaria ne risovviene quanto narra Strabone (XV, 688), cioè che l’introduzione della clava nelle poesie e nell’arte greca fu attribuita a Pisandro, poeta ciclico antico, autore d’una Eracleide, fiorito verso la Olimpiade XXXIII. Quindi la mancanza di quest’attributo è un distintivo caratteristico dello stile della scuola greca anteriore a Pisandro, la qual particolarità torna di gran momento per la classificazione cronologica dei vasi dipinti, ancorché il vaso d’Amasis non fosse di stile originale, ma di fabbrica d’ imitazione. Oltracciò in questo vaso vuol notarsi lo scettro tenuto in mano dal re di Micene. Esso è decorato da una testa di ariete, altro segno caratteristico con cui si allude al celebre ariete dal vello d’oro