Pagina:Storia degli antichi popoli italiani - Vol. II.djvu/84

Da Wikisource.
78 CAPO XXI.

mente osco1. Nè con ordine diverso si reggevano e Volsci e Sanniti insieme colle potenti nazioni della stirpe sabella, già diramatasi per tulle l’Italia meridionale. Perciò i Lucani d’uno stesso sangue, e nulla meno gelosi di libertà, si veggono guardati e difesi da un superiore, che Strabone chiama re, il qual di pieno diritto ai sovrani ufficj del governo civile univa il comando militare2. E qual capitano generale dell’armi desso intitolavasi in guerra Embratur, o sia imperatore3. Così di tratto in tratto, sotto il nome improprio di regi, si trova fatta menzione nelle storie d’altri capi e rettori dei Peucezi, Dauni4, e Messapi5, i quali si governavano come tutte l’altre genti a stato franco. Tal era Turno, principe dei Rutuli d’Ardea. Tra i prischi Latini ciascuna città eleggeva annualmente il suo proprio dittatore o il pretore6: e or-

  1. Meddix apud Oscos nomen magistratus est. Liv. xxix. 19.; Festus s. v. Tuticus addiettivo valeva quanto magnus: onde in parecchie iscrizioni osche abbiamo , Meddix, magistrato del comune: e , Meddix-Tuticus, sommo magistrato. Vedi tav. cxx. 3. l. 2.
  2. Τὸν μὲν οὖν ἄλλον χρόνον, ἐδημοκρατοῦντο ἐν δὲ τοῖς πολέμοις ᾑρεῖτο Βασιλεύς, ὑπὸ τῶν νεμομένων ἀρχάς. Strabo v. p. 175. cf. Liv. x. 18.
  3. . Vedi i Monumenti dell’Italia ec. tav. lviii. 8.9.
  4. Strabo vi. p. 194.
  5. Thucyd. viii. 33.; Pausan. x. 13.
  6. Per gli antichi ordini un Dittatore era il sommo magistrato d’Alba, Tuscolo, Lanuvio, Aricia, Lavinio ec. La qual dignità, quanto è al nome, mantenutasi in vigore nel Lazio fino a’ giorni