Pagina:Storia della Lega Lombarda.djvu/172

Da Wikisource.
166 della lega lombarda

flitto; poi volteggiando davano le viste di fuggire per tirare all’aperto i cittadini e condurli nella rete. Si risentì tutta la città, e fu uno scomposto accorrere alle armi, un gridare a guerra, senza un capitano, che regolasse quella levata. Densi e furiosi uscirono addosso ai provocanti, e sì li strinsero, che questi dai finti armeggiamenti dovettero venire ai veri, impegnando una calorosa zuffa. Il bottino di che erano carichi non li rendeva tanto maneschi; per cui vennero malamente battuti e spogli del rapito. Intanto Federigo vedendo indugiare le nuove di quella correria, entrò in timore che i Milanesi non avessero assalite le milizie spedite a Septezano e Villamaggiore, e divisa l’oste per due vie, che portavano a Milano, si diresse a quella volta. I Pavesi che erano all’antiguardo primi dettero nelle milizie di Milano, che li accolsero con tanto valore da ributtarli indietro rotti e sanguinosi. Si misero sconsigliatamente i Milanesi a far bottino, tenendo in pugno la vittoria, mentre era a stare in armi con molta guardia di Federigo, il quale con fresche milizie velocemente accorreva. Stanchi dalla battaglia, impediti com’erano dal bottino, non potettero reggere all’impeto degl’imperiali, i quali strapparono loro di mano la vittoria, con ben quattrocento cavalieri, e trecento fanti prigionieri di guerra1, oltre agli uccisi.

Mentre queste cose avvenivano attorno a Milano i Cremonesi andati a porre l’assedio a Crema poco profittavano. Federigo si voleva togliere quello stecco degli occhi, e perchè i Cremaschi erano assai valorosa gente, e strettamente amici di Milano, e perchè parevagli che ne andasse dell’imperiale decoro, se non gastigava la loro audacia. Erasi egli ben rifornito di milizie; le città che gli si tenevano fedeli, non dubitavano, avrebbe di corto umiliata Milano; e perciò con molto fervore lo venivano aiutando, per entrargli sempre più nel cuore. Arrivava anche l’esercito di

  1. Radev. 2. c. 42 = Ved. Epist. Frideri. ad Ottonem S. R. I. V. 6. = Trist. Calchi p. 238.