Pagina:Storia della Lega Lombarda.djvu/41

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libro primo 35

della povera Italia. Piuttosto i Barbari che un Imperadore: quelli erano tempeste che disertavano, ma non uccidevano il germoglio della rinascenza; questo sordamente rodeva il midollo della italiana virtù, e le logorava la vita. Leone tribolato dall’anarchia volle aprirsi un rifugio nella monarchia, e i suoi successori vi trovarono la tirannide. Avesse almen detto — Coronato da me — volle dire — Da Dio — così fece mettere capo in Dio alla potestà imperiale: e seppero poi i successori quali sudori e qual sangue costasse il fare entrare nella mente di un Imperadore, che tra l’Imperadore e Dio vi fosse un Papa. Mentre Leone sublimava Carlo e gratificavalo di un diadema, che quasi non si teneva per cosa terrena, su quello altare di S. Pietro sagramentava l’Impero una guerra al Sacerdozio, che durerà quanto durerà quella del dispotismo col Vangelo. Nella sventura s’incontrò il Papa coll’Italia, e si abbracciarono per sostenersi: ma questa portò sempre la memoria di quella trista incoronazione; e solo a dì nostri possiam dire, che si abbraccino per perdonarsi, perchè sembra che l’ammenda pontificale agguagli il pontificale peccato.

Leone campato per miracolo dalle mani de’ nemici, venne a patti con Carlo, promettendogli la corona imperiale, ove avesse voluto difenderlo1, così conta Giovanni contemporaneo. Ma è noto, che prima di questo tempo fossero corse pratiche di questa incoronazione. Nel Concilio tenuto in Roma per condannar Felice d’Urgel fu trattato di questo negozio2; ed è a notare, che il Concilio fu assembrato, praecipiente gloriosissimo, ac piissimo Domino nostro Carolo3. Per la qual cosa vado sospettando, che la congiura del Pri-

  1. Joan. Diac. S. R. I. Par. 2. T. 1.... spopondit ei, si de suis illum defenderet inimicis, Augustali eum Diademate coronaret.
  2. Annal. Lambecii. Visum est et ipsi Apostolico Leoni, et universis sanctis Patribus, qui erant in ipso Concilio, seu reliquo Cristiano populo, ut ipsum Carolum Regem Francorum Imperatorem nominare debuissent.
  3. Murat. Ann. Ital. 799.