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82 della lega lombarda

nella contesa delle investiture, nè dubitavano della sua costanza; perchè se Ruggiero o le Repubbliche Lombarde potevano, o per ragion di stato, o per gelosie municipali, piegarsi all’Impero, non mai il Papato, che nel condiscendere a lui avrebbe trovata la morte.

Peculiari destini furono quelli dei popoli italiani abitatori delle coste; perciò anche peculiari i loro rapporti coll’Impero. Primi eransi ordinati a reggimento comunale, come quelli, che non ritraendo il vivere dalla terra, bensì dal mare, non avevano patita la catena che li legava alla gleba. Gli spazî del mare avevanli educati a certa indipendenza di corpo e di spirito: e la comunanza delle ricchezze che rampollavano dal seno del commercio, non aveva ancor permesso la legale ineguaglianza de’ patrimonî, il dogma della signoria feudale. Dalle sponde del mare, al mare guardavano, ed in lui tutta la industria dello spirito, e la forza de’ corpi, in lui lo scampo nelle angustie di minacciante signore. Per la qual cosa innanzi che avvenisse la risorrezione de’ Comuni Lombardi, erano poderose Repubbliche ai fianchi d’Italia bagnati dai due mari. Napoli, Amalfi, Gaeta, Pisa, Genova sul Mediterraneo; Venezia, come regina, in fondo all’Adriatico. Le tre prime come poco fidenti in loro stesse, troppo serve degl’Imperadori Greci, use a dipendere, vennero assorbite dalla Monarchia Normanna: le altre più generose ed impazienti di giogo, si tennero vergini di servaggio. Come due scolte vegliavano le fanciulle Repubbliche Lombarde, Pisa e Genova d’un lato, Venezia dall’altro negli estremi mari Mediterraneo ed Adriatico.

Dissi come a tutti questi stati minacciasse l’Impero tedesco; ora dirò che tutti avevano dentro il maladetto appicco allo straniero, cioè la discordia. Erano le città Lombarde in guerra tra loro; Genova e Pisa per gelosia di commercio in Levante, per concorrenza di conquisto sulle isole di Corsica e Sardegna, nemiche: intestine fazioni le rodevano; non quietava Venezia. Tuttavolta queste tre Repubbliche, massime Venezia, erano come i grossi navili, che