considerate come un necessario corredo delle rase rispettabili, così tutte le primarie famiglie tenevano pure al loro servizio Filosofi, Lettori, Suonatori, Cantori castrati, e una truppa di Commedianti. I primi di tali soggetti eran obbligati a dispiegare la loro abilità alle tavole di quei Personaggi, che avevano una giusta, o malfondata pretensione di comparir Letterati, e gli altri all’opposto dovevano far sentire le loro dilettevoli Arti a quelle degli ignoranti, e dei dotti1. Una parte non meno comune, è necessaria del trattenimento alle tavole dei Grandi erano le ridicole o impertinenti, e licenziose improvvisate dei Nani dell’uno, e dell’altro sesso, del pari che quelle dei salariati Buffoni, e dei corrotti Fanciulli, e Giovani, ovvero le prodezze dei più famosi Mangioni2. Nei banchetti solenni si aggiunsero ancora a tutti i detti divertimenti le sanguinose zuffe dei Gladiatori, o degli Animali feroci; e molti Imperatori, tra i quali Caligola, Nerone, ed Eliogabalo, credevano che un Monarca dei Romani mangiar non potesse da suo pari se non quando venivan raccolti presso alla sua tavola tutti i trattenimenti del Circo, e dell ’Arena, la stessa Caccia, e le garose Corse dei cocchi3.
- ↑ Vedansi fra le altre le lettere VII. 24. IX. 36. di Plinio il giovine.
- ↑ Scut. in Ner. c. 37. Lampr. in Alex. Sev. c. 34.
- ↑ Lampr. in Heliog. c. 25. 27.