Pagina:Storia della decadenza dei costumi delle scienze e della lingua dei romani II.djvu/137

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gua, ed all’armonia, e melodia dei loro versi, e non già in riguardo della sublimìtà, e novità dei pensieri, e dell’originali, e robuste espressioni di sentimenti, e d’affetti. All’opposto l’eloquenza, l’oratoria, ed anche la lingua famigliare non solo furono trascurate, e neglette, ma vennero eziandio a bella posta avvilite, e atterrate da molti di coloro, che tanto nella propria quanto nelle susseguenti età ebbero il vanto d’essere venerati, e imitati come insigni oratori.

Quand’anche la eccessiva, ed universal corruttela de’ costumi1 prodotto non avesse una tale pigrizia nella Gioventù, una tale ignoranza ne’ maestri, ed una tale trascuraggine nei Genitori come realmente essa fece, tuttavia la sublime eloquenza del popolo, la quale nei tempi della libertà era stata la Regina di tutte le Arti, e le Scienze, avrebbe dovuto infallibilmente andar a perire a motivo della mutazion del Governo. Infatti sotto gli Imperatori2 cessarono immantinente le continue adunanze, e le deliberazioni del popolo sovrano del mondo sopra la guerra, e la pace, sopra la promulgazione o il rifiuto, e l’abolizione di varie leggi, sulla celta de’ membri dei magistrati, e sul de-

  1. Dialog. de Orat. c. 28.
  2. Ib. C. 29. et seq.