Pagina:Storia della geografia (Luigi Hugues) - 2.djvu/225

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E molte altre cose singolarissime e geograficamente assurde si potrebbero avvertire in questa e nelle altre parti della carta anglo-sassone; ma basti il sin qui detto per far vedere in quali meschine condizioni si trovassero, in quei tempi, la geografia e la cartografia presso i popoli dell’Occidente europeo.

73. Le carte circolari. — Alla forma quadrilatera della Terra abitabile tenne dietro la circolare. Al quale sistema i cartografi furono condotti e dalla forma circolare dell’orizzonte e dall’autorità di rinomati scrittori, come Isidoro di Siviglia e Marciano Capella, e, specialmente, dal concetto, che il mondo dovesse estendersi uniformemente per ogni lato intorno ad un punto centrale, il quale non poteva essere altro che Gerusalemme, il luogo santo per eccellenza.

In queste carte a ruota1 la Terra è rappresentata da un cerchio, e l’Oceano esterno o mondiale da una cintura o zona circolare concentrica, il tutto diviso in tre parti da un diametro e da un raggio perpendicolare a questo. Tale forma è così descritta da Leonardo Dati nel suo trattato Della spera, scritto nell’anno 1422:

Un T dentro a un O mostra il disegno

Come in tre parti fu diviso il mondo
E la superiore è il maggior regno
Asia chiamata: il gambo ritto è segno
Che parte il terzo nome dal secondo:
Africa, dico, da Europa: il mare
Mediterran tra esse in mezzo appare.

Nelle più antiche carte di questa specie il Tanai (Don), diretto da settentrione a mezzodì, divide l’Europa dall’Asia; il Nilo, scorrente dal sud al nord, segna la divisione tra l’Asia e l’Africa. Questo sistema conosciuto col nome di Divisio trifaria o Distìnctio trifaria, si trova già espresso in Sant’Agostino: «Unde videntur orbem dimidium duae tenere, Europa

  1. Isid., Orig., lib. XIV, cap. 2: «Orbis a rotunditate circuii dictus, quia sicut rota est».