Pagina:Storia della geografia (Luigi Hugues) - 2.djvu/270

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sono separate da un mare di estensione mediocre, donde ne segue che l’abitazione tra l’Oriente e l’Occidente non sarà la metà del circolo equinoziale nè della circonferenza terrestre, ma sarà più lunga di questa metà. Ma quale è precisamente la sua estensione? Essa non venne misurata ai nostri giorni, e nemmeno la troviamo indicata, come sarebbe desiderabile, nelle opere degli antichi. Possiamo noi meravigliarci che più della metà del quarto abitato, nel quale noi ci troviamo, ci sia sconosciuto, se anche nei nostri paesi tanti sono i luoghi che gli scienziati non conoscono?»1.

Della medesima opinione è il Cardinale Pietro d’Ailly (1350-1420), il quale si vale dell’autorità di Aristotele, di Seneca, di Plinio, di Averroe, di Esra e di San Gerolamo per dimostrare, con essi, che la terra abitabile è grande, e che la parte coperta dalle acque deve, per conseguenza, essere relativamente piccola. «Ecco, egli aggiunge, ciò che mi porta ad ammettere questo fatto. Verso i due poli del mondo l’acqua abbonda necessariamente, giacchè questi luoghi, lontani come essi sono dal Sole, sono freddi. Ora il freddo moltiplica le acque. Ed è per questo che l’acqua, cadendo nel seno del mare, si estende tra il principio dell’India e il termine della Spagna Ulteriore, che è in oggi una parte dell’Africa, ed anche verso la Spagna Citeriore. Altravolta, nell’antichità, l’acqua non correva in questo spazio, e le terre erano continue; ma, coll’andar del tempo, Tl’Oceano penetrò nella terra ferma, e si unì col mare Mediterraneo che bagna le coste dell’Aragona e dell’Italia. Il mare Oceano, tra l’Oriente e l’Occidente, ha un’estensionè più piccola di quanto si crede dalla maggior parte dei filosofi»2. E, in altri luoghi: «L’estensione della Terra verso oriente è molto maggiore di quella ammessa da Tolomeo, e l’Oceano che si estende tra il termine della Spagna Ulteriore, cioè dell’Africa, dalla parte di occidente, e il principio dell’India, dalla parte di Oriente, non è di grande larghezza. Si sa difatti per esperienza che questo mare si può navigare in pochissimi giorni con vento favorevole, e perciò il principio dell’India, nell’Oriente, non può essere molto distante dal termine dell’Africa»3... «Dall’un polo all’altro l’acqua scorre nel corpo del mare e si estende tra il termine della Spagna e il principio dell’India in una larghezza abbastanza piccola perchè la distanza tra l’uno e l’altro luogo superi la metà del circolo equinoziale».

Una ripetizione quasi letterale dei concetti espressi dal Cardinale d’Ailly e dal grande Filosofo inglese si trova nella lettera che Cristoforo Colombo scriveva ai Monarchi di Spagna immediatamente dopo il suo

  1. Opus maius, pag. 183 e 184.
  2. De Hispania et eius partibus.
  3. Compendium cosmographicum, Cap. 19.