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66 Storia della Letteratura Italiana.

anch’esso autor recente, cioè del secolo XII, ma allega a testimonj del fatto antichi autori, Dione, Diodoro, Erone, Pappo, Antemio, Filone, anzi aggiugne egli, tutti gli Scrittori di Meccanica, ac omnes Mechanographos. Ma ciò è appunto, che mi fa sospettare, che quando Tzetze cita tutti questi Autori, egli intenda parlare di quegli, che di tutte le macchine d’Archimede ne lasciaron memoria, delle quali parla egli pure, ma che forse niuno di essi di questi specchj favellasse distintamente. In fatti è egli possibile, che avendo pur noi molti de’ Matematici antichi, e molti degli antichi Scrittori da Tzetze rammentati, niuno ci sia rimasto di quegli, che parlavano di tali specchj; o se alcuni ci sono rimasti, quella parte appunto ne sua perita, ove di essi facean menzione? Ne parlan per ultimo Luciano1 e Galeno2, e questi son certamente i più autorevoli testimonj, perciocchè vissuti l’uno e l’altro nel secondo secolo di Cristo; ma io non so, se l’autorità di questi Scrittori, antichi certo, ma posteriori di oltre a tre secoli ad Archimede, basti a superar la difficoltà presa dal silenzio degli altri, e singolarmente di Polibio, e dalla inverisimiglianza, che nell’incendio delle navi abbiamo osservata. Ciò non ostante M. Dutens sostiene vero il fatto3. Io ne lascio il giudizio agli Eruditi.

XXVIII.

Morte di Archimede.

Checchessia di tal fatto, l’assedio di Siracusa fu ad Archimede fatale. Presa finalmente la Città da’ Romani l’anno di Roma 542 mentre i furiosi vincitori qua e là scorrevano saccheggiandola, un soldato avvenutosi in Archimede, che senza punto turbarsi all’universale sconvolgimento della Città, stavasi tutto intento alle usate sue speculazioni, brutalmente lo uccise. Varie sono presso i varj Scrittori le circostanze del fatto; ma poco giova indagarle, certa essendone la sostanza. Marcello General de’ Romani ne ebbe, e ne mostrò pubblicamente dolor grande. Fu ad Archimede conceduto l’onor del sepolcro, quale

  1. In Hippia.
  2. De Temperam. lib. III c. II.
  3. Tom. II p. 138 ec. Nel Giornale Enciclopedico de’ 15 Agosto dell’anno 1771 pag. 116 è stata pubblicata una lettera di questo medesimo Autore, in cui egli arreca un bel passo di Antemio da Tralle, autore del V secolo, estratto dai MSS. della Real Biblioteca di Parigi, il quale spiega assai ingegnosamente, per qual maniera Archimede potesse cogli specchj ardenti incendiare le navi Romane. Questo è un nuovo argomento a provare la possibilità del fatto, ma non già a mostrarne la probabilità nelle circostanze di sopra accennate.