Pagina:Storia della letteratura italiana - Tomo I.djvu/174

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Cronaca e da Plinio il vecchio88, nacque in Brindisi di una sorella di Ennio; e fu in Roma Pittore insieme e Poeta; quindi passato a Taranto in età di novant’anni finì di vivere. Non è troppo vantaggioso il giudizio, che di questi due Poeti ci ha dato Tullio, perciocché dice, che amendue usarono di uno stil rozzo ed incolto89 , benché altrove di qualche particolar passo di Pacuvio parli con lode90. Quintiliano nondimeno dice91, che Cecilio fu dagli antichi lodato assai, e che Pacuvio (come anche Accio, di cui or parleremo) per la gravità de’ sentimenti, per la forza dell’espressione, e per la dignità de’ suoi personaggi è degno di non ordinaria lode; e C. Lelio presso Cicerone92 rammenta il singolare applauso, che riportò la Tragedia di Pilade e di Oreste da lui composta. Una Dissertazione intorno alla Vita di Pacuvio ha pubblicata l’anno 1763 in Napoli il Canonico Annibale di Leo, di cui non ho potuto vedere che un brevissimo estratto nella Gazzetta Letteraria di Francia. 1

XXI. A questi ancora voglionsi aggiugnere L. Accio, ossia Azzio, di cui parla Cicerone94 affermando, ch’egli era di cinquant’anni più giovane di Pacuvio; e altrove95, che D. Bruto volle, che a’ tempj, a’ quali egli sospese avea le spoglie tolte a’ nemici, apponesse questo Poeta suoi versi. Di lui dicesi nel-


(tf De* Amie n;, 7(ó) Tom* VI*. p^78C7) De CU Orar.. (8^ Pro» Ardu nu ef*

  1. 8 Il ch. sig. can. Annibale di Leo mi ha poi gentilmente trasmesso copia delle sue Memorie di M. Pacuvio qui da me accennate, e che sono scritte con molta erudizione e con uguale esattezza. Egli prova assai bene che la nascita di questo poeta dee fissarsi circa l'anno di Roma 534; osserva che Cicerone, benchè riprendesse talvolta lo stil di Pacuvio, parlò nondimeno più volte con molta lode delle tragedie da lui composte; nomina gl'illustri amici ch'egli ebbe in Roma, e riferisce l'elegante ma semplice iscrizione sepolcrale, ch'ei medesimo si compose e che ci è stata conservata da Gellio; mostra che non ha alcun fondamento ciò che narrano alcuni, cioè ch'egli avesse tre mogli, e che tutte e tre si appiccicassero a una medesima pianta: ci dà un estratto di catalogo di tutte le opere di Pacuvio, altre fino a noi pervenute, altre perite; e reca finalmente ed esamina il giudizio che delle poesie di Pacuvio han dato gli antichi scrittori.