Pagina:Storia della letteratura italiana - Tomo I.djvu/291

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col d’oro della Latinità si fa continuare comunemente fino alla morte d’Augusto, e a ragione per ciò, che appartiene singolarmente alla Poesia e alla Storia. Ma per riguardo all’Eloquenza egli è certo, che dopo la morte di Cicerone più non sorse Oratore, che a lui si potesse uguagliare, o che almeno non molto da lungi il seguisse. Cicerone medesimo se ne avvide ne’ suoi ultimi anni, e chiaramente disse, che la latina Eloquenza andava dicadendo miseramente. La lode, egli dice68 , degli Oratori per tal modo è salita dall’imo al sommo, che ormai, come naturalmente avviene in tutte le cose, ella viene mancando, e sembra che in poco tempo ridurrassi al nulla. Questo medesimo è il sentimento di Seneca il Retore69: Tutto ciò, che la Romana Eloquenza può contrapporre o preferire alla superba Grecia, fiorì a’ tempi di Cicerone. Gl’ingegni, che luce e ornamento recarono a’ nostri studj, tutti nacquero allora. D’indi in poi le cose han sempre piegato in peggio. Questo dicadimento adunque dell’Eloquenza Latina appartiene a’ tempi, di cui parliamo; e a questo luogo perciò se ne vogliono attentamente esaminare l’origine e le cagioni. Molto si è scritto su questo argomento; ma a mio parere esso non è ancora stato rischiarato abbastanza. Io non so, quale sarà il frutto delle mie ricerche. Qualunque esse siano, varranno forse ad eccitare alcuno a trattare profondamente una tal quistione in modo, ch’egli riesca a ciò, ch’io avrò inutilmente tentato.

XXI. Abbiamo un Dialogo, che da altri si attribuisce a Tacito, da altri a Quintiliano, da altri ad altro Scrittore, di che a suo luogo ragioneremo, ma certo è di Autore antico, che scriveva, com’egli stesso attesta, nel sesto anno di Vespasiano; abbiamo, dico, un Dialogo intitolato De caussis corruptæ Eloquentiæ, nel quale si va disputando, qual possa essere la ragione, per cui l’eloquenza era già dicaduta di tanto. Molte se ne arrecano. E primieramente l’educazion de’ fanciulli troppo diversa da quella, che prima si usava. Ne’ tempi andati, dice l’Autor del Dialogo, le madri stesse avean cura della educazione de’ lor figliuoli, e qualche matura e onesta donna sceglievasi, sotto a’ cui sguardi fossero di continuo, e in cui né parola alcuna meno che onesta