Pagina:Storia della letteratura italiana II.djvu/453

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losofia dell’arte, la filosofia del dritto, la filosofia della storia, illuminate dall’astro maggiore, la Logica, o, come dice Vico, la Metafisica. Tutto il contenuto scientifico è rinnovato. E non solo nell’ordine morale, ma nell’ordine fisico. Hai una filosofia della natura, come una filosofia dello spirito. Anzi non sono che una sola e medesima filosofia, momenti dell’Idea nella sua manifestazione.

Il misticismo, fondato sull’imperscrutabile arbitrio di Dio e alimentato dal sentimento, dà luogo a questo idealismo panteistico. Il sistema piace alla colta borghesia, perchè da una parte, rigettando il misticismo prende un aspetto laicale e scientifico, e dall’altra, rigettando il materialismo, condanna i moti rivoluzionarii, come esplosioni plebee di forze brute. Piace il concetto di un progresso inoppugnabile, fondato sullo sviluppo pacifico della coltura: alla parola rivoluzione succede la parola evoluzione. Non si dice più libertà, si dice civiltà, progresso, coltura. Sembra trovato oramai il punto, ove s’accordano autorità e libertà, stato e individuo, religione e filosofia, passato e avvenire. Anche le idee fanno la loro pace, come le nazioni. E il sistema diviene ufficiale sotto nome di ecletismo. La rivoluzione gitta via il suo abito rosso, e si fa cristiana e moderata sotto il vessillo tricolore, vagheggiando, come ultimo punto di fermata, le forme costituzionali, e tenendo a pari distanza i clericali col loro misticismo, e i rivoluzionarii col loro materialismo. Queste idee facevano il giro di Europa e divennero il Credo delle classi colte. La parte liberale si costituì come un centro tra una dritta clericale e una sinistra rivoluzionaria, che essa chiamava i partiti estremi. Luigi Filippo realizzò questo ideale della borghesia, e l’ecletismo lo consacrò. Sembrò dopo lunga gestazione creato il mondo. Il problema era sciolto, il bandolo era trovato. Dio si poteva riposare. Chiusa oramai era la porta alla reazione e alla rivoluzione. Regnava il pro-