Questa pagina è stata trascritta, formattata e riletta. |
6 | storia |
il faro illuminatore del retto e del giusto, oppresso dalla violenza, tramandava una luce languida e smorta, mentre i fuochi alimentatori delle prave dottrine ardevano in Roma liberissimamente.
Un sonetto circolò fra le mani di tutti, nel quale era questa quartina:
- «Ti sveglia, o Italia, ognuno ancor ti noma
- » Madre onorata di superbi eroi;
- » Che vi sian Bruti ancor fra i figli tuoi
- » Lo disse ieri a te l’augusta Roma.»1
- «Ti sveglia, o Italia, ognuno ancor ti noma
Ed al Galletti in occasione della sua nomina a generale dei carabinieri altro sonetto intitolavasi, che incominciava così:
- «Mentre l’Italia altera erge la fronte
- » E spezza il duro giogo e le catene,
- » Benedetta dall’angelo, diviene
- » Regina e forte dalla foce al fonte.»2
- «Mentre l’Italia altera erge la fronte
In Urbino con una iscrizione esaltavansi il Galletti, il Calderari, e il popolo romano.3
Il Corriere livornese del 21 novembre esclamava festosamente: «Roma! la città eterna, la patria di Rienzi si è infine destata, ed ha mostrato al mondo che il sangue latino non tralignava per volgere di anni d’iniquo potere sacerdotale.» Più sotto:
«Il cannone di Vienna ha cancellato le ultime vestigia della fede inverso i re, ed i cannoni puntati dal popolo romano in faccia al Quirinale, hanno annientato per sempre la fede inverso i pontefici come principi della terra. — Al popolo ciò ch’è del popolo, a Dio ciò che è di Dio.»