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22 un proclama col quale, annunziando agl’Italiani che il territorio della repubblica era stato invaso di nuovo dalle orde croate, invitava tutti i popoli, piemontesi, genovesi, napolitani, toscani, veneti, siciliani, lombardi, a levarsi in massa per iscacciare una volta questa peste d’Italia.1 Proibiva l’estrazione dei cavalli e muli.2 Ordinava che durante l’assenza del ministro di guerra e marina Campello, recatosi come si è detto in Bologna, il maggior Calandrelli ne facesse le veci.3 L’assemblea poi faceva un decreto il 24, che pubblicavasi il 25, per la requisizione di tutte le campane di Roma superflue. L’oggetto era per fonderle e convertirle in cannoni.4

La energia delle misure adottate dal governo (almeno così si scrisse) eccitò alla resistenza le popolazioni di Bologna, delle Romagne, e di Ancona.

In questi frangenti già migliori notizie giungevano al governo, ed esso fin dal 25 ne dava comunicazione al pubblico per mezzo del Monitore, e così venivasi tranquillandolo. Vi si diceva che gli Austriaci dopo ricevuti scudi settantun mila in contanti e il resto, per arrivare agli scudi centoseimila, in banconote dai Ferraresi, eransene partiti alla volta d’oltre Po, conducendo seco per ostaggi:

Canonici Ferdinando
Strozzi Sagrati
Trotti Antonio
Guidetti colonnello
Agnelli avvocato
Cadolini parente dell’arcivescovo.5

Quel Preside Mayr poi erasi ritirato col suo officio in Argenta.6


  1. Vedi il Monitore del 23, pag. 99.
  2. Vedi detto del 23, pag. 99.
  3. Vedi detto del 23, pag. 99.
  4. Vedi detto del 25, pag. 107.
  5. Vedi detto del 25, pag. 107.
  6. Vedi detto del 25, pag. 107.