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francesi sembrerebbe secondo il Précis historique1 che fossero stati fatti per una di quelle che chiamansi ruse de guerre, ossia una astuzia guerresca che li trasse in inganno. Comunque si voglia, i prigionieri vi furono, e racconteremo nel seguente capitolo come e quando fossero restituiti.2

In complesso pertanto può convenirsi che il fatto del 30 di aprile fu una disfatta pei Francesi. Il generale Oudinot ne fu talmente addolorato che ne cadde infermo; tantopiù che dovette temere la sinistra impressione, che l’annunzio di uno scacco così completo produr potesse a Parigi.

E le conseguenze per vero potevano essere immense, perchè tremendo dovette essere per un momento l’effetto morale in Francia non disgiunto da sbigottimento e da sdegno. Ciò era tanto più temibile, in quanto che l’opposizione ch’era pure formidabile nella francese assemblea contro la spedizione di Roma, non avrebbe mancato di profittarne per biasimarla e con più ragione, perchè alla fin fine il nome francese era stato compromesso, e i Francesi, pochi o molti che fossero, avevano subito uno scacco, e da chi? Da quelli che la stampa francese qualificava come un pugno di faziosi.

E se lo scacco sofferto avesse provocato un cambiamento nei consigli di chi reggeva in allora la somma delle cose di Francia, se una sommossa in Parigi avesse rimesso il potere nel partito degli esaltati, che cosa non sarebbe potuto accadere? Il fatto, considerato sotto l’aspetto semplicemente di fazione militare, era di piccola importanza, ma le conseguenze, lo ripetiamo, esser potevano incalcolabili.

Se non che, messi da parte per poco il principio e lo spirito della spedizione, dal momento che i Francesi erano stati respinti, chiaro emergeva ch’essi ad ogni

  1. Vedi Précis historique, ec. nel vol. LXII. Miscellanee, n. 3, pag. 29.
  2. Vedi sui fatti del 30 aprile anche il Monitore, pag. 403. — Vedi Documenti, numeri 48, 43 A, 48 B, 51 e 52.