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doveri, come non vi mancheranno l’armata francese, il suo capo, ed il ministro conciliatore: non perdete un tempo prezioso; e se avete in Roma un traditore, al quale io perdono e voi perdonerete, cercatelo e lo troverete.

» Vi prego di voler continuare a mantenere sino al mio ritorno alla porta della mia abitazione la guardia d’onore, le due ordinanze a cavallo che voi vi avevate posto a protezione della nostra bandiera, a continuare le nostre comunicazioni, e per la sicurezza de’ miei impiegati!

» Vogliate aggradire, o signori, rassicurazione della mia alta stima.

» L’Inviato straordinario e Ministro plenipotenziario in missione a Roma.

» FirmatoFerdinando Lesseps1


Questa stravagantissima nota non ebbe posto nel Monitore nè in alcun altro giornale favorevole al governo repubblicano, ma lo trovò più tardi in un giornale di opposizione la Speranza dell’epoca. Non fu neppure inserita nell’opuscolo pubblicato dal Lesseps in sua giustificazione, e intitolato Ma mission à Rome ec., che abbiamo citato. Forse che al Lesseps stesso rincrebbe di averla scritta. In prova di che pochi momenti dopo ne mandò un’altra, in forma di correttivo e di controveleno, di cui parleremo più sotto.

Intanto volendo dire qualche cosa della prima, domanderemo a chi si allude quando si parla del capo che inganna ed opprime la maggiorità sana della popolazione? A chi quando si parla del pugnale preparato per ucciderlo? E quel se avete un traditore in Roma cercatelo e lo troverete? In fine quel guai! guai! alla città eterna, non è egli un capo d’opera di originalità e di esagerazione? E non

  1. Vedi Speranza dell’epoca del 2 giugno, pagina seconda. — Vedi l’Avvenire di Firenze del 30 maggio, nel volume contenente un numero di maggio dei giornali italiani. — Vedi Sommario storico ec., vol. II, pag. 219.