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di san Paolo, traevan palle e granate sopra la città per contribuire ad accrescer l’incertezza e il turbamento dei difensori. Questa diversione aveva luogo nel momento stesso in che i Romani facevano un nuovo ed inutil tentativo d’incendiare il ponte francese di battelli, detto di santa Passera, lanciandogli contro sul Tevere varie piccole barche cariche di materie incendiarie. 1

Intanto sul Gianicolo erasi accesa la zuffa terribile, ostinata, micidiale. L’assalto fu tremendo: tremenda e coraggiosa del pari fu la difesa. Ai Francesi furon subito feriti i capi di battaglione Lefebvre e Galbaud-Dufort E fra i Romani fu ferito mortalmente il non romano colonnello Manara, comandante la legione lombarda.

Dopo otto o nove ore di fuoco e di carneficina (perchè i Romani ebbero oltre a quattrocento morti, ed altrettanti se non più ebbero a deplorarne i Francesi) cessò il cozzo delle armi. Le vittime dei dissidi politici languivan sol campo rosseggiante di sangue, seminato di membra infrante, divenuto baccano orrendo di grida disperate, di bestemmie e di pianto: e queste vittime reclamavano cura, aiuto, sepoltura. A mezzo giorno i Romani inviarono un parlamentario per dimandare un armistizio affine di poter raccogliere i morti ed i feriti sparsi qua e là su’ luoghi dei combattimenti. Il general di trincea accordollo, e per tal modo si potè dall’una parte e dall’altra compiere questo pietoso e commovente officio. Dopo il mezzo giorno poi si dimandò di capitolare: così finì la guerra. 2

Crediamo prezzo dell’opera il riportare qui i nomi di alcuni dei nostri officiali uccisi o feriti nel combattimento del 30 di giugno, desumendoli dagli scritti del diligenti-

  1. L’altro tentativo d’incendiare quel ponte, ugualmente non rinato, ebbe luogo la notte dal 10 all’11 giugno. Vedi Vaillant, pag. 67.
  2. Vedi la relazione del generale Garibaldi nel Monitore, pag 651 — Vedi Vaillant da pag. 134 a 146. — Farini, vol. IV., pag. 201. — Vedi Sommario storico ec., vol. IV, pag 339. — Vedi Torre, vol. II, pag. 262 e segg.